07 Ott Come spegnere le lamentele prima che spengano i tuoi neuroni
Lo sai che ascoltare le lamentele degli altri per più di 30 minuti spegne i neuroni?
Sì, sono sicura che lo sai e magari sai anche che non è un modo di dire, ma il frutto di una ricerca universitaria della Stanford University di qualche anno fa.
Tale ricerca afferma che ascoltare le lamentele degli altri per più di mezzora può avere un impatto fortemente negativo sul nostro cervello: un aumento considerevole dello stress, che il nostro organismo contrasta con la produzione di cortisolo, e questo a lungo andare provoca la morte dei neuroni.
Fortunatamente le conseguenze di cui ti parlo non sono certe: le lamentele possono avere un impatto negativo per la nostra salute, ma è anche vero che esiste la possibilità che il nostro cervello non si stressi e che i nostri neuroni continuino a vivere come se niente fosse, anche sotto assedio da lamentela.
Come spegnere le lamentele prima che ci spengano i neuroni?
Prima di comprendere come possiamo spegnerle, credo sia utile capire che cosa le accenda. Se ci facciamo caso, le lamentele sono più frequenti di quello che pensiamo. Sono sfoghi, sono opinioni, sono punti di vista che possiamo anche condividere.
Sono soprattutto il frutto delle convinzioni, di quello che sappiamo e che crediamo sia vero, oltre che il bisogno di essere ascoltati.
“Nessuno mi ama”, “Tutti mentono”, “Non sono bravo abbastanza”, “Qualcuno non sta facendo abbastanza per questo Paese”, “È colpa di…”, “Non ne faccio mai una giusta!”.
Le convinzioni hanno il potere di guidare le nostre scelte e spesso determinano l’esito nel raggiungimento delle nostre mete, oltre che il potere di scatenare le lamentele.
Nel libro “Chi ha spostato il mio formaggio? Il seguito” di Spencer Johnson, dedicato quasi esclusivamente alle convinzioni, lo gnomo Tentenna dice “La convinzione è un pensiero di cui sono certo”.
Da lì in poi, tenendo conto di questo, comincia a scardinare una ad una le convinzioni che non gli permettono di trovare il nuovo formaggio di cui ha bisogno. In effetti, le convinzioni sono pensieri “certi” che nostra mente dà per scontato che siano veri e utili in ogni situazione.
A volte ci aiutano ad essere perseveranti e coraggiosi in quello che vogliamo ottenere. A volte ci frenano e ci inducono a mettere il focus su ciò che non ci è utile.
Da dove arrivano le convinzioni? Ovvero…“Ma chi me l’ha messo in testa?”
Le convinzioni arrivano da posti diversi, da culture e tradizioni, da persone diverse, da libri, dal web, da esperienze che ci hanno segnato.
Tentenna, lo gnomo creato da Spencer Johnson, sapeva che non esisteva nulla al di fuori del labirinto in cui viveva e che il labirinto era un posto pericoloso, fatto di angoli bui e vicoli ciechi che non portavano da nessuna parte, e che quindi doveva stare molto attento.
Chissà dove e quando, e da chi, aveva appreso quello che poi sarebbe stato il suo condizionamento più grande!
Esistono tante credenze che facciamo nostre perché all’inizio ne riconosciamo un’utilità. Le troviamo così efficaci che ci convinciamo (e anche questa è una convinzione!) che possiamo utilizzarle ogni volta che ne abbiamo bisogno.
Arricchiamo così la nostra cassetta degli attrezzi di tutto quello che ci è utile per adattarci ad ogni situazione e per affrontare ogni problema.
In fondo al cervello non piace fare tanti sforzi, e più la cassetta è ricca, meno tempo ci mette il cervello ad elaborare nuove scelte e nuove soluzioni.
Solo che in realtà la cassetta si riempie un po’ di tutto: attrezzi nuovi e vecchi arnesi (quelli che teniamo un po’ per ricordo, un po’ per affetto nei confronti di chi ce li ha donati), strumenti che seguono la moda del momento e ferri che hanno fatto storia.
È un po’ come quando guardi nell’armadio: nel rovistare ti capita tra le mani quel vestito che hai tenuto solo perché te l’avevano regalato ma che non metti mai, oppure quell’altro che ti piaceva un sacco ma che ora non ti sembra più il caso di utilizzare, oppure ancora quello che hai comprato settimana scorsa ma che non sai quando indosserai perché non trovi l’occasione giusta.
Allora cominci a decidere cosa tenere e cosa eliminare, come fare spazio per quello che verrà e come riordinare l’esistente, perché nel tuo armadio ci sia quello che è più utile per te.
E se potessimo fare la stessa cosa con le nostre convinzioni? Adottare un metodo di riordino come quello di Marie Kondo che ci permetta di viaggiare meglio sul percorso della nostra vita, solo con quello che ci serve?
Che cosa succederebbe se nella tua cassetta ci fossero solo gli attrezzi utili?
Te lo chiedo dato che abbiamo detto che tenere vive alcune convinzioni non più utili potrebbe limitarti nell’arrivare a fare quello che vuoi.
“Se segui le tue vecchie convinzioni non arriverai mai al nuovo formaggio.”
Spencer Johnson
Sono d’accordo con te che nella nostra mente ci sono così tante convinzioni che non avrebbe senso mettersi un bel giorno a passarle tutte in rassegna e decidere quali eliminare e quali rafforzare.
Puoi sempre scegliere volta per volta, ad esempio quando ti capita l’occasione di sentire che qualcosa che ti viene detto potrebbe limitarti al posto che aiutarti.
Come te, anche gli altri, tutti gli altri, hanno le loro convinzioni, le loro paure e i loro limiti.
Ognuno cerca di fare il meglio che è in grado di fare, con i mezzi che ha a disposizione in un dato momento.
E a volte pensiamo che gli altri possano risolverci i problemi e trovare le soluzioni che fanno al caso nostro, che si occupino della nostra felicità.
Quale potrebbe essere il guadagno nel responsabilizzare gli altri di ciò che invece spetta a noi?
È la tua mente che ti fa creare le esperienze che vivi.
Più dai fiducia a te stesso, alla tua capacità innata di creare il bene per la tua vita, mettendoci forza, compassione e humour, maggiori sono le possibilità di andare oltre le paure e i limiti degli altri. (lamentele comprese)
Quale dei tuoi pensieri, delle tue convinzioni, ti sta impedendo in questo momento di ottenere quello che vuoi?
Che cosa faresti se quella convinzione non fosse vera?
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