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    Quanto conta la fortuna?

    Essere un’intellettuale pone molte domande e nessuna risposta. Puoi riempire la tua vita con le idee e continuare a tornare a casa da solo. Tutto quello che hai e che realmente importa sono i sentimenti. Questo è ciò che la musica è per me.

    Janis Joplin

    Rimasta immortale nella storia degli anni 60, “Pearl” è stata l’artista che dal vivo si è connessa al suo pubblico attingendo dai suoi sentimenti più profondi.

    Una rara perla, appunto, di fragilità, profondità e umanità.

    Un’autenticità che emergeva tra le illusioni, le disillusioni, le ferite, gli eccessi, le emozioni, attraverso quella voce incredibile e riconoscibile da chiunque.

    Quella voce che sapeva toccare nel profondo chi l’ascoltava, chi non poteva esprimersi liberamente.

    Cantava per loro: questa era la connessione profonda che era riuscita a creare in un’epoca così unica.

    Come puoi immaginare dietro ad un successo simile non c’è solo il talento, la profondità, il sentimento, la connessione. Ci sono sicuramente le opportunità e un’apertura mentale che permette di “vedere oltre”, di cogliere quello che gli altri lascerebbero andare.

    Di sapersi indirizzare sulla strada che porta verso la realizzazione del proprio sogno e di accorgersi volta per volta di tutto quello che sta succedendo. Sul proprio cammino, ma anche nello spazio circostante.

    Quando si parla di successo e di persone che ce l’hanno fatta, che hanno lasciato un segno evidente nella storia del loro genere, si parla anche tanto di fortuna.

    Quanto conta la fortuna sulla strada per il successo?

    Dare importanza o meno alla fortuna fa da spartiacque tra le responsabilità che attribuiamo al “sistema” e le responsabilità che attribuiamo a noi. Nel primo caso stiamo dicendo che la fortuna ha un gran peso nella condizione in cui viviamo e contribuisce a creare le possibilità e le opportunità che arrivano nella nostra vita.

    Nel secondo caso ci riconosciamo come co-creatori delle nostre condizioni, in grado di cogliere le occasioni che fanno per noi, perché diventiamo più ricettivi nei confronti dei segnali esterni.

    Holly George-Warren, una scrittrice statunitense, parlando di Janis Joplin diceva:

    «Sul palco, Joplin trasudava sicurezza, sessualità ed esuberanza. Sembrava tutto così facile.

    Ma Janis era anche un “topo di biblioteca” che ha lavorato duramente per creare il suo carattere musicale “blues feelin ‘mama”.

    Era una vera studiosa di musica. Non voleva che la gente sapesse quanto lavorava sodo. Voleva che la gente pensasse che lei fosse solo un barattolo, o un megafono, o qualcosa da cui la musica e le emozioni potevano fuoriuscire.»

    Quello che possiamo ascoltare, che è stato registrato negli anni 60, nasce da un intenso lavoro, di una serie di prove, di errori, di correzioni, di cambiamenti, di discussioni e di tentativi, oltre che da passione e amore nel condividere con gli altri la piena espressione di sé.

    Tutto questo confluisce in un atteggiamento mentale guidato da pensieri potenzianti che si trasformano in azioni:

    • Ascolta le tue intuizioni

    Ascolta il tuo intuito, le tue sensazioni. Ascolta i tuoi pensieri e confrontali con quello che senti.

    Dicono la stessa cosa?

    A volte senti che qualcosa non fa per te, ma ci ragioni sopra e trovi tutte le motivazioni razionali e logiche che ti spingono a perseverare, convinto che ti porteranno esattamente dove desideri.

    E poi ti rendi conto che sarebbe stato meglio dare retta al tuo intuito, perché il tuo fiuto ti stava già mettendo in guardia da situazioni poco desiderate.

    L’intuizione ti aiuta ad evitare spiacevoli perdite di tempo, di energia, di buonumore e anche di altro, ma ti aiuta anche a cogliere quello che veramente fa per te.

    Magari la logica e la razionalità ti suggerirebbero altro. Ma chi sa meglio di te, del tuo intuito, che cosa è giusto per te?

    • Non dare nulla per scontato

    Se le cose sono sempre andate in un certo modo, non c’è ovvietà nel dire che funzioneranno ancora nello stesso modo.

    Vale anche per le persone. Ognuno di noi è sempre uguale e anche sempre diverso ogni giorno che passa. Ogni giorno una parte dei nostri pensieri è esattamente uguale al giorno precedente e un’altra parte cambia, e questo si traduce in una modifica parziale delle azioni e comportamenti di tutti i giorni.

    Guardare le situazioni e le persone con la convinzione di sapere come vanno le cose, come andranno o, peggio ancora, come dovrebbero andare, fa generare una serie di aspettative che poi non sempre vengono soddisfatte.

    Prendi consapevolezza di cosa ti aspetti dagli altri e di quanto le tue aspettative siano note a loro.

    • Apriti al confronto con gli altri

    Ognuno di noi sa cos’è giusto, cos’è il meglio per sé, ma tieni presente che il confronto aperto e costruttivo che possiamo avere con gli altri può aiutarci a creare nuove soluzioni, a modificare quei comportamenti che in un preciso momento non ci sono utili per proseguire nei nostri progetti. Saper ascoltare, cioè prendere in considerazione quello che gli altri ti dicono relativamente a quello che percepiscono da te, ti aiuta a essere ancora più consapevole di ciò che stai trasmettendo all’esterno.

    Confrontati con chi ti stimola, con chi ti dice quello che vede di te e non solo cosa dovresti fare, con chi ti dà un motivo per migliorarti, uno spunto per riflettere, e non solo con chi ti dice semplicemente “bravo”.

    • Sbaglia e sbaglia ancora

    Chi non sbaglia mai, non prova mai. Non esce dalla comfort zone, non ha la possibilità di scoprire le sue risorse interiori, le sue abilità, la sua resilienza, cioè la capacità di far fronte ai momenti critici della vita attraverso un atteggiamento costruttivo. Chi non sbaglia in definitiva non impara, non supera quella paura che lo fa rimanere paralizzato in quel “vado-non-vado” che preclude le possibilità di crescita e di riuscita.

    “Nella mia vita ho sbagliato più di 9.000 tiri, ho perso quasi 300 partite, 26 volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito e ho fallito ancora molte volte nella mia vita. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.”

    Micheal Jordan

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