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    Come riconosciamo giusto e sbagliato, bene e male

    “Benché io non abbia ancora accertato la verità, nel dubbio tra bene e male la mia decisione è comunque per il bene: davvero è preferibile il dolore di chi, magari invano, è rivolto al bene, alla felicità di chi, fors’anche a ragione, è rivolto al male.”

    (Buddha)

    C’è differenza tra bene e male, giusto e sbagliato?

    Quali sono i confini e come facciamo a tracciarli?

    Sappiamo tutti cos’è giusto e sbagliato: ce lo hanno insegnato quando eravamo piccoli in tante situazioni diverse.
    Siamo stati istruiti sul fare o non fare qualcosa perché “questo è giusto…quello non è giusto”, perché ce lo dicevano i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri insegnanti, e tutti gli adulti in generale che anche solo per pochi momenti sono stati nostri educatori.

    Abbiamo iniziato così comprendere e ad obbedire a quel sistema di leggi, decreti, usanze e tradizioni che caratterizzavano la società in cui vivevamo in quel periodo.

    Man mano che passavano gli anni, rimanendo fedeli al nostro gruppo di parenti, di amici, di conoscenti, abbiamo seguito le evoluzioni del nostro mondo e senza rendercene conto ci siamo tenuti costantemente aggiornati sulle nuove convinzioni, sui nuovi “giusto” e “sbagliato” che sono subentrati con tutte le loro implicazioni.

    Ci abbiamo sicuramente fatto caso, ad esempio per l’evolversi del sistema normativo e legislativo o anche solo per le nuove concessioni linguistiche che riguardano la grammatica italiana.

    Vi capita mai di essere convinti che qualcosa sia “universalmente” giusto e non capiate perché per altri non lo sia?
    Potete spiegarlo anche nei termini più razionali eppure non ci sono persone che non condividono la vostra posizione. Magari persone che sono cresciute con voi o che provengono dalla vostra famiglia.

    Da sempre gli uomini hanno definito attraverso principi morali quali siano i comportamenti, le norme e i valori che una società deve adottare, per tenere lontano tutto ciò che potesse essere dannoso e deleterio. Per Paura. Paura di incorrere nell’immorale, appunto.

    Eppure in tutto questo lavoro ci sono stati molti errori.

    Rileggo ciò che scrisse Martin Luther King nella Lettera dalla prigione di Birmingham del 1963 e non posso che sottolineare quanto a volte l’essere umano possa non agire per il “bene” operando nel nome del “giusto”.

    “Qualche volta una legge è giusta in apparenza ma ingiusta nella sua applicazione. Per esempio sono stato arrestato durante una manifestazione non permessa. Ora, non c’è nulla di sbagliato nell’avere un’ordinanza che richieda il permesso per fare delle manifestazioni. Ma un’ordinanza diventa ingiusta quando viene usata per mantenere la segregazione e negare ai cittadini il privilegio del Primo Emendamento delle assemblee pacifiche e della protesta. la coscienza della comunità sulla sua ingiustizia, in realtà sta dimostrando il più alto rispetto per la giustizia.”

    E poi ancora:
    “Non dovremmo mai dimenticare che tutto quello che Adolf Hitler fece in Germania fu “legale”.”

    E’ così che prendono le distanze le coppie bene e male, giusto e sbagliato.

    Martin Luther King portò avanti il suo nobile sogno di uguaglianza degli uomini andando a contrastare leggi definite “giuste”. Lo fece nel modo che ritenne migliore, quello della non-violenza, e ispirando le generazioni successive che c’è qualcosa di molto profondo che fa agire le persone nelle proprie scelte.
    Il suo era un messaggio di amore, perdono, dignità e unità del genere umano. (2004 – Onorificenza – Ordine dei Compagni di O.R. Tambo in Oro – Sudafrica)

    Come lui ci furono altri che combatterono per gli stessi ideali, ma scelsero altre modalità, più violente e sanguinose, facendo leva sull’utilità del metodo.

    Ogni giorno ci troviamo a fare delle scelte. E’ lì che arriva il “momento”.
    Prediamoci l’opportunità di agire non solo seguendo e distinguendo ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, ciò che è bene da ciò che è male.
    Guardiamo gli altri con gli occhi di chi si sta guardando allo specchio e vede se stesso riflesso nella propria umanità, pensa e agisce con amore.

    Quell’amore che se vuole non avrà restrizioni nella storia.

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