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    Un ottimo lavoro di coordinazione

    Immagina di essere sul tetto di un palazzo molto alto. Hai la vista aperta sulla valle, le case sembrano piccole e nidificate nel verde. All’improvviso un baccano: un centinaio di uccellini che si posano sui tetti che vedi a pochi metri da te e sugli alberi vicini. Poi ancora più rumore: sopraggiungono altre centinaia di uccellini che cercano spazio sui tetti  e in qualsiasi spazio verde vicino ai propri simili.

    Cominciano a spiccare il volo a gruppi e ti regalano uno degli spettacoli più emozionanti della natura: un volo acrobatico, fluido e coordinato allo stesso tempo. Ritornano a posarsi, stavolta su un prato enorme.

    Il silenzio.

    Dopo pochi secondi ripartono, questa volta tutti insieme: un fiume che si alza, vira, si allontana e si perde all’orizzonte.

    Questa meravigliosa forma coreografica, in cui la grazia e la coordinazione volano insieme silenziosamente, ci può suggerire che c’è qualcosa di naturale, uno stato in cui l’attore e l’azione si fondono insieme e in cui ogni componente del gruppo è tenuto insieme da un filo invisibile, che è fondamentale nell’ottenere un ottimo lavoro di coordinazione. 

    La natura ci stimola a riflettere su quanto è possibile ottenere partendo dalla fiducia in sé e nel lavoro di gruppo.  

    Nello stormo nessuno degli uccellini si pone il problema se ce la farà, se arriverà alla meta, se sarà da solo o insieme agli altri, se riuscirà a coordinarsi perfettamente il gruppo. Lo sa e basta. 

    Sa che riuscirà.

    Anche noi, quando eravamo molto piccoli, quando abbiamo iniziato a camminare, non ci siamo preoccupati di come avremmo dovuto mettere un piedino rispetto all’altro per poter muovere i passi e reggere l’equilibrio nello stesso tempo, non ci siamo preoccupati del fatto forse saremmo potuti cadere. Sapevamo che ce l’avremmo fatta.

    Non ci siamo giudicati mentre tentavamo e cadevamo, abbiamo lasciato che il nostro corpo si muovesse.

    Ci siamo fidati.

    Escludere il giudizio e lasciar fare sono le chiavi per apprendere liberamente e per migliorare le proprie capacità nel fare. I limiti che pone la mente vengono superati, lo sforzo necessario alla concentrazione si riduce, e spontaneamente ci si sente più sicuri e più determinati.

    Più avanti negli anni, man mano che passa il tempo, i desideri dei bambini diventano sempre più creativi e fantasiosi. Immaginano di tutto, non si pongono limiti, finché un adulto non replica che “no, non si può fare, non lo puoi fare”.

    Quello è il momento in cui i limiti diventano reali, in cui i desideri cominciano ad essere ridimensionati, proporzionati alle dimensioni di un bambino. Tutto ha una motivazione e una logica da seguire.

    È così che in alcuni casi vengono messi nel cassetto i grandi sogni e si comincia a ragionare su qualcosa di più vicino alla realtà, più alla mano, su un particolare tipo di obiettivi che hanno in comune alcune caratteristiche: niente esagerazioni, niente pretese, si vola basso e al sicuro.

    A questo proposito ti voglio raccontare una mia personale esperienza.

    Una decina di anni fa cominciai a prendere lezioni di canto da un’insegnante straordinaria, una cantante jazz e pianista classica, che mi ha educato all’emissione del suono naturale e alla respirazione. Quando provavo mi chiedeva di esagerare nell’espressione, nel volume, in qualsiasi cosa potessi metterci il massimo. Se non avessi tirato fuori il massimo, la totale esagerazione, non avrebbe capito quanto margine avevo, mi disse. Una volta arrivata alla totale espressione, ci sarebbe stato il modo per rimodellare, per usare tecniche, per raffinare.

    Se fossi partita da un suono molto definito e tendente alla perfezione, avrei avuto delle difficoltà nel provare a sperimentare in tutte le altre direzioni, aggiunse.

    Quando ho iniziato a sospendere il giudizio sulle mie performances e a lasciar fare alle mie corde vocali ho capito cosa voleva dire cantare in modo unico e del tutto naturale, personale. Era per me un risultato straordinario.

    Vivere qualcosa al di fuori delle comuni aspettative vuol dire rendersi conto che è necessario guardare in alto, ricominciare a desiderare in grande, come è stato ed è ancora per i grandi visionari della nostra epoca. Per Elon Musk, Albert Einstein, Steve Jobs, Enzo Ferrari, e tanti altri, il viaggio per una vita straordinaria è cominciato quando i loro desideri hanno toccato il cielo.

    E, se come si dice spesso, è il viaggio quello che conta e non la meta, non il vincere o il perdere, allora si è veramente liberi e ci si dà il permesso di vivere per lo scopo per cui si è nati.

    “Ricordati di guardare le stelle e non i tuoi piedi.

    Cerca di dare un senso a quello che vedi e chiediti cosa fa sì che l’universo esista.

    Sii curioso. E per quanto possa sembrare difficile la vita, c’è sempre qualcosa che puoi fare e in cui puoi riuscire.

    È importante che tu non ti arrenda.”

    Stephen Hawkings

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