05 Giu Tempi “vivi” e tempi “morti”
La verità è che non ti aspettavi di venir preso alla lettera.
C’è un bisogno enorme di consigli su come fare, su cosa fare e addirittura su chi essere.
Hai sempre detto che sei disponibile.
Che possono contare su di te, quando ne hanno bisogno, perché tu ce la metti tutta e in tanti te l’hanno detto. Sì, in tanti ti hanno detto che sei bravo anche in questo.
E poi te l’hanno domandato se potevi fare qualcosa per aiutarli. Quello che ti chiedevano era solo un semplice aiuto, un consiglio, una parola, una direzione, il resto poi l’avrebbero fatto loro.
“Mettimi sui binari, poi mi ci spingo da solo.”
E tu quello l’hai fatto. Anche meglio di quanto avresti pensato.
Hai ascoltato tutto quello che ti hanno detto. Loro, il sacco l’hanno vuotato. Tutte le loro frustrazioni, le attese per chissà-che-cosa, le promesse disattese, i fallimenti, gli amici che non si fanno sentire, i soldi che mancano, il lavoro che non va.
Li hai seguiti sul filo dei loro problemi, della voce modulata e rotta a tratti dalle emozioni. Li hai guardati negli occhi e hai deciso che quello era il momento di parlare, che volevi (o forse dovevi) consolarli, incoraggiarli, aiutarli con tutta la tua esperienza.
“A me è successa la stessa cosa….
Anch’io ci sono passato…
Se penso a quello che è capitato a me, ti posso dire che…”
Un aiuto reale e concreto.
E lì ti sono venute le idee più geniali: che cosa avrebbero potuto fare, come avrebbero potuto reagire, di quale spinta avrebbero avuto bisogno. Avrebbero osato! Sì, dandoti retta avrebbero migliorato la loro situazione e forse ti avrebbero anche ringraziato. Ma alla fine quello non ti importava tanto. Già li vedevi felici a riprendere in mano la loro vita e a provare a superare i loro problemi con soluzioni nuove.
I loro problemi.
Con soluzioni nuove. Tue.
Soluzioni che hai generato grazie alla tua esperienza, alla tua creatività e al tuo tempo.
Hai fatto buon uso delle tue risorse migliori, ma soprattutto hai dedicato tempo. Che si tratta di minuti o di mezzore non ha importanza.
Il tempo che abbiamo è sempre scandito allo stesso modo, si misura sempre nello stesso modo. Un’ora è sempre un’ora sia nel 2020 sia nel 2030, sia nel 1980.
È il resto che è variabile: le tue capacità, il tuo aspetto, il tuo modo di vedere le cose.
Se 10 anni fa le tue abilità di comunicare, di trovare soluzioni, di relazionarti, o anche solo di cucinare, erano a un certo livello (che puoi definire tu in base a come lo percepisci), oggi puoi dare un nuovo valore al livello a cui ti senti arrivato, dato dall’esperienza e dalla formazione che hai aggiunto ad esse.
Prova a scrivere una lista di “cosa facevo, come lo facevo, come mi sentivo” ricordandoti di quello che vivevi ad esempio 10 anni fa e prova a definire il livello a cui ti sembrava di essere con un voto, un numero oppure una valutazione.
E prova poi a rifare la lista con l’attuale “cosa so fare, come lo faccio, come mi sento” associando alle varie competenze una valutazione.
Fai tu le liste e dai tu i voti.
Hai trovato che ci sono capacità che hai sviluppato?
Alcuni voti nella lista del presente sono più alti di quella del passato?
E altri perché non si sono alzati?
Mettiamo da parte un attimo quello che è stato il tuo impegno, la tua dedizione, le opportunità che ti si sono presentate, i tuoi successi e i tuoi fallimenti.
Diciamo solo che tra la situazione passata e quella attuale la differenza che salta subito all’occhio è data dal “tempo che è passato”.
10 anni in questo caso in cui ne sono successe di tutti i colori, in cui gli eventi della vita ti hanno colto impreparato o preparato a seconda di cosa ti stavi aspettando.
Il tempo è passato ugualmente.
Tutto quello che ha fatto sì che oggi tu fossi più abile nella comunicazione, più bravo a relazionarti con gli altri, più orientato verso i tuoi obiettivi, più sicuro di te, più determinato, più ricco, ecc. è dato dal fatto che una parte di quel tempo che è passato è stato investito attivamente. Da te ovviamente.
Ogni volta che hai imparato qualcosa di nuovo, che hai seguito corsi, che hai osservato lavorare gli altri, che hai ascoltato persone più esperte di te, hai fatto un vero e proprio investimento sulla tua vita.
Ogni volta che ti sei fermato a riflettere su quello che stavi facendo, che hai detto “no, non è questa la strada”, che hai incontrato problemi che hai deciso di affrontare in un modo diverso dal solito, hai creato il tuo potenziale.
Quando hai capito che stavi sbagliando e che non potevi tornare indietro.
Quando hai chiesto scusa alle persone attorno a te e a te stesso per come ti sei comportato, per le ferite che hai aperto.
Quando hai staccato la testa dal monitor o dai libri e hai pensato che forse ti stavi perdendo qualcosa.
Quando sei stato te stesso e ti sei chiesto: “ma sono veramente così?”
È lì che hai avuto la possibilità di metterti in contatto con te stesso, con il vero te, quello autentico. Senza giustificazioni. Senza scuse, come dico io.
Quelli sono i momenti in cui hai avuto la possibilità di investire il tempo con saggezza.
Sono stati momenti delicati, sono stati dei punti di non ritorno.
Sono qui per dirti che anch’io ho avuto dei momenti così. Mi dicevo “che in più in basso non si può”.
E subito dopo ho trovato il modo per investire attivamente il mio tempo.
Sono quella che sono diventata grazie a queste scelte consapevoli.
Nessun consiglio da darti, nessuna soluzione pronto uso per raggiungere i tuoi migliori risultati. Le soluzioni migliori sono le tue, da sempre.
Cosa farai ora?
Che strade seguirai?
In che cosa stai investendo il tuo tempo?
Cosa ti daranno in futuro le scelte che fai ora, il tempo che stai investendo?
Non ci sono giochi-puzzle-problemi da risolvere. Solo il tempo.
Il momento è questo.
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